EVENTI E BOZZETTO D’ARTI
“Ho ideato il Bozzetto d’arti perché sono una ricercatrice instancabile e voglio che la mia poetica artistica sia in continuo movimento e si evolva. Proprio come il bozzetto per un quadro, il mio bozzetto d’arti nasce per svilupparsi e arricchirsi a ogni replica. E’ una nuova formula di teatro-musica, la definirei una narrazione in canto, gesto e parola. Ogni bozzetto è creato ad hoc e prevede il canto lirico, la recitazione, o la semplice citazione di testi (a volte anche scritti da me) oltre che l’improvvisazione. Non c’è solo creatività però, ogni bozzetto richiede un grande lavoro di ricerca.
Alcuni bozzetti durano solo una manciata di minuti come una pennellata veloce, altri diventano affreschi per una intera serata.
La forza innovativa e suggestiva di un bozzetto d’arti non si potrà mai spiegare a parole, è una esperienza che va vissuta dal vivo, perché vivo è il teatro!” S. C.
Eventi e Bozzetti per Festival
In Agosto 2022, Silvia Colombini, ha tenuto due concerti, entrambi declinati nella doppia veste di soprano e soprano d’arti per Armonie d’Arte Festival, un festival internazionale molto prestigioso che ogni anno invita i grandi nomi delle varie arti (sono stati ospiti: Riccardo Muti, José Carreras, Zubin Mehta, David Garrett, Nicola Piovani, Marta Argerich, Noa, Toni Servillo, Charles Lloyd, Paolo Fresu, i solisti dei Wiener PhilharmonikerWiener e moltissimi altri).
1- Tributo a Lucio Dalla – Il primo concerto è stato un tributo a Lucio Dalla nei 10 anni dalla sua scomparsa, una serata accompagnata da grande orchestra che ha coniugato pop (Pierdavide Carone) e canto lirico. Il concerto, open –air, si è tenuto in un importante luogo della spiritualità: la certosa di Serra San Bruno. Colombini ha eseguito arie e brani religiosi e presentato anche un bozzetto d’arti recitato e cantato: la versione semiscenica del Lacrimosa di Zbigniew Preisner come messaggio di sensibilizzazione per i profughi morti in mare.
2- “E (pur) lucean le Stelle” – Così si è intitolato il secondo concerto per Armonie d’Arte Festival dove Colombini ha cantato in coppia con Vittorio Grigolo, tenutosi nel Parco Archeologico di Scolacium (Cz). Qui Colombini ha eseguito arie d’opera, ha duettato con il grande tenore ed eseguito anche un bozzetto d’arti dal titolo “Lonely Moons”, un emozionate dialogo tra lune lontane e solitarie tra l’est e l’ovest del mondo, ideato per sviluppare il tema dei transiti mediterranei tra est e ovest, tema cardine dell’edizione 2022 di Armonie d’Arte Festival.
“E, poi, lei, il soprano d’arti Silvia Colombini, sublime, elegante e grintosa allo stesso tempo. Oltre a duettare con il grande tenore, l’artista musicista ha presentato in prima assoluta il bozzetto “Lonely Moons”, un suggestivo dialogo tra lune lontane e solitarie tra l’est e l’ovest del mondo”.
Corriere della Calabria
Nel bozzetto Colombini ha giustapposto un’aria “lunare” giapponese, cantata in lingua originale e suonata al violino, al chiaro di luna mediterraneo della Tarantella di Rossini; e ha eseguito inoltre Song of the Moon di Antonín Dvořák, una delle più belle arie lunari mai composte, dove la ninfa Rusalka parla anche con i versi lunari del frammento 34 V. di Saffo, declamati in greco antico, in metrica e cantati su un vocalizzo composto dalla stessa Colombini.
3- Inaugurazione del Palazzo delle Arti “Madlena” per Zepter International – In settembre 2022 Colombini è stata invitata dai mecenati dell’arte Zepter per esibirsi per l’inaugurazione del Palazzo delle Arti “Madlena” a Belgrado dove è stata esposta anche una personale dell’artista Carla Tolomeo.
Esibizione per Musei in Musica del Comune di Roma
Tributo a Lucio Fontana – Colombini ha composto ed eseguito come unica interprete, nella doppia veste di cantante e violinista, le musiche di scena dello spettacolo per Lucio Fontana andato in scena in quattro repliche all’Ara Pacis di Roma lo scorso novembre.
La performance ha vinto il bando di “Musei in Musica” del Comune di Roma.
Questo spettacolo è uno studio-omaggio al padre dello Spazialismo che unisce all’arte di Fontana, la musica e la danza con la partecipazione della stupefacente compagnia NoGravity (Emiliano Pellisari).
La performance ha segnato la prima di future collaborazioni tra il soprano d’arti e questa prestigiosa compagnia di danza.
Il melos, composto da Colombini si intitola “La luz, el infinito”, citazione di una delle definizioni che Fontana stesso dava dei suoi Tagli.
Pochi elementi essenziali: una melodia monodica, un violino e il raro strumento del tuono.
La voce si muove partendo e tornando serialmente sulla nota “La” intesa come principio e riduzione di ogni musica e che, come un foro di Fontana, con-centra in sé tutte le possibili con-certazioni.
Il canto, ora dissonante e corposo, ora etereo e ipnotico, si muove dentro e fuori dalle risonanze dello strumento tuono, oppure disegna ricami sulle timbriche scarne del violino, utilizzato con pedali tenuti di quinte giuste e suoni armonici, percepiti come infiniti.
Minimalisti i ritmi, quasi a citare la musica coeva a Fontana.
Non mancano momenti di grande virtuosismo nella gestione dei registri vocali.
In scena la danzatrice di NoGravity, Mariana Porceddu, sembra fluttuare tra i tagli di una grande tela; la musica dialoga con lei, ne segue movimenti e figurazioni.
Il melos dona la dimensione temporale, ossia l’elemento necessario e complementare al concetto spaziale di Fontana.
Scarno il testo, con un cenno alla notoria ironia di Fontana citando la frase “Credo che bisogna cambiare la caldaia”, scritta dall’artista sul retro di una tela. Il congiuntivo errato tradisce le sue origini argentine, che Colombini vuole invece richiamare traducendo in spagnolo un’altra memorabile frase: “La luz, el infinito” definizione che lo stesso Fontana dà ai Tagli, di qui titolo del melos.
In conclusione il melos crea una giustapposizione tra danza e arte di Fontana creando una nuova dimensione artistica fatta non più solo di spazio, ma anche di movimento e tempo.
Evento e Bozzetto d’arte per il M.A.C. di Milano
Ermione e Il sogno segreto di Turandot, sono i titoli di due bozzetti d’arte ideati da Silvia Colombini per la mostra personale di Silvio Porzionato, organizzata da Fondazione Maimeri al M.A.C. di Milano.
1- Ermione – Bozzetto d’arti con musiche originali composte da Francesco Marano, per l’omonimo quadro di Porzionato. In questa performance, della durata di pochi minuti, il soprano d’arti giustappone all’arte figurativa di Porzionato, canto, recitazione e gesto. Colombini recita in metrica, prima in geco antico e poi in latino, facendo rivivere l’Ermione classica, prima rabbiosa e subito dopo piangente. Si muove tra la folla silente che gremisce la sala espositiva, si avvicina al quadro di Porzionato e lì avviene la transizione dalla classicità alla modernità. Con un gesto poetico e commovente le lacrime di Ermione si poggiano sulla tela e si trasformano in gocce di pioggia. L’eroina classica illanguidisce divenendo l’Ermione de “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio.
2- Il sogno segreto di Turandot – un bozzetto recitato e cantato, creato per il quadro “Nessun Dorma” (ritratto femminile). Colombini canta in cinese una canzone popolare il cui tema fu utilizzato da Puccini nell’opera Turandot che si trasforma nella celebre aria Nessun Dorma. Il soprano d’arti presenta una visione quasi psicoanalitica della bellissima principessa dal cuore di ghiaccio. Attraverso il gesto e il canto emerge la donna che, a differenza di come la immagina Puccini, non aspetta l’alba per godere del sangue di vendetta ma, al contrario, soffre in una notte interminabile, come interminabile e insostenibile è al lunga “notte” del suo corpo. Non vuole vincere, ma essere sconfitta con il bacio di disgelo del principe, essere finalmente liberata. Vincerà il principe ma vincerà anche Turandot che potrà finalmente sentirsi donna.
“giustapponendo il canto ad altre forme d’arte, non faccio altro che creare domande a cui qualcun altro risponderà”. S. C.
Evento e Bozzetto d’arti per il Museo Francesco Messina di Milano
“Il Buio e la Luce” – bozzetto realizzato per le opere in metallo di Stefano Soddu, esposte al Museo Francesco Messina di Milano. I brani associati alle opere, davano “voce” al buio del metallo e alla luce delle polveri colorate di Soddu. Nel programma, arie, lieder, musica sacra (Puccini, R.Strauss, Brahms, Webber, Dvorak e una canzone popolare giapponese).
Il Buio e la Luce – Museo Francesco Messina di Milano
“Bellezza e distruzione” – bozzetto di soli 3 minuti recitato e cantato con musiche originali composte da Colombini per la mostra “Metope” tenutasi a Milano. Rievocando i soggetti rappresentati nelle metope del Partendone, Colombini con un gioco di ombre proiettate, ha messo in scena la lotta tra Zeus e i Giganti, recitando in greco antico un passo dell’Odissea, poi si è trasformata nella bella Elena e ancora in Atena. La dea della guerra dopo aver “cantato” il grido di guerra greco “alalàzete” conclude con la frase la cui traduzione è “guerra a tutti funesta”, frase che diventa messaggio tragicamente attuale.
Bellezza e distruzione – Galleria Scoglio di Quarto Milano
Corpora Creata – questo bozzetto d’arti è stato ideato per sviluppare il tema della Festa del Teatro Eco Logico di Stromboli, i “copri creati” dall’uomo: creature fantastiche, favole, miti etc.
Questo prestigioso festival ogni anno invita artisti, musicisti e attori internazionali.
Corpora Creata è un bozzetto della durata di un’ora in due tempi. Colombini recita e canta accompagnata da Adriano Ranieri, fisarmonicista vincitore di innumerevoli concorsi internazionali di fisarmonica.
Prima parte:
Nel primo tempo vengono presentati 4 personaggi: la più famosa femme fatale dei film di animazione, Jessica Rabbit, che canta anche con la voce di una icona della seduzione nell’opera lirica, il misterioso Genio frozen, musicato dal compositore inglese Purcell nel suo King Artur (vestito di un particolare costume ghiacciato e luminoso ideato da Colombini); la bambola meccanica dei racconti di Hoffmann del compositore Offenbach in una realizzazione scenica totalmente nuova.
Seconda parte:
“Pinocchio e il suo cielo” – un bozzetto inspirato al “corpus creata” favolistico per eccellenza: Pinocchio.
Regia, costumi e testi di Colombini, musiche del compositore Francesco Marano.
In questo lavoro di teatro-musica, che richiama anche la commedia dell’arte, Colombini mette in scena la versione originale del romanzo di Collodi in cui lo sfortunato burattino vive in modo struggente la paura, l’incomprensione dei rimproveri, l’incertezza esistenziale del suo essere, fino al drammatico epilogo.
In questa versione originale, infatti, Pinocchio non diventa un bambino vero, ma muore impiccato invocando l’aiuto del padre.
“Corpora Creata”, così come ogni bozzetto d’arti è stato ideato per ampliarsi e rimodularsi nelle successive repliche.
Corpora Creata – Pinocchio e il suo cielo – Festa del Teatro Eco Logico- Stromboli
Eventi e bozzetti per i diritti umani
Cryme – Questo bozzetto d’arti è un vocalizzo drammatico composto ed eseguito a cappella da Colombini per le donne afgane. Il bozzetto è stato premiato in novembre 2021 nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma. Colombini appare scalza, chiusa in un burqa nero e piange con le donne afgane sulle parole cry-me (piangetemi), in un melisma commovente e vocalmente acrobatico; poi lascia cadere il burqa davanti a sé, come a evocare una donna uccisa che giace a terra e lancia la sua invettiva contro i carnefici. La parola allora si trasforma: non è più “cry-me”, come invito a con-piangere le vittime, ma “crime!” (crimine!), un grido di condanna, gutturale e straziante.
Questo bozzetto è stato replicato più volte anche a Milano nel 2022, per esempio nella mostra “Cento artiste solidali con le donne afgane” (Galleria Scoglio di Quarto).
Cry-me a sostegno delle donne afgane – Milano
Fragile Forte Farfalla Silvia Colombini è testimonial della Onlus Debra Italia e Fondazione REB per la ricerca e la cura dei “bambini farfalla”, affetti dalla malattia genetica rara Epidermolisi Bollosa. Numerose sono le performance ideate dal soprano d’arti a loro sostegno. Tra queste, c’è il ciclo di performance dal titolo “Fragile Forte Farfalla”. Il fli rouge di queste performance è la riflessione in musica sulla fragilità e la forza dei sentimenti umani con un diretto riferimento alla fragilità ma soprattutto alla straordinaria forza dei piccoli eroi affetti da questa terribile malattia.
Bambini la cui pelle ha una tale fragilità, proprio come le ali di una farfalla, che non possono nemmeno essere abbracciati dalle loro madri. A questa estrema fragilità, si accompagna però una eccezionale forza nel sopportare le indicibili e quotidiane sofferenze fisiche, nell’accettare le limitazioni che la malattia impone e addirittura nel reagire alla riprovevole emarginazione sociale di cui i bambini farfalla sono spesso vittima.
“Conoscere un bambino farfalla cambia la vita, il suo sguardo chiede solo di vivere, in cambio ti regala un esempio di forza che è forse il più grande insegnamento che chiunque possa mai ricevere. L’Epidermolisi Bollosa va conosciuta e la ricerca sostenuta. Occuparmi di questi bambini è per me una priorità. I “bambini farfalla” sono figli di tutti noi! Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tanto dolore e a tanta determinazione per sconfiggerlo. Le mie performance sono un SOS che lancio a chi sa ancora guardare, ascoltare, capire, rispettare e quindi agire con il cuore”
Rossini in Viaggio – Tributo ai bambini farfalla affetti da Epidermolisi Bollosa. Anche in questo concerto tenutosi al Teatro Carcano di Milano, con la Filarmonica Gioachino Rossini diretta da Donato Renzetti. Silvia Colombini ha speso la sua voce a sostegno dei bambini affetti da questa terribile malattia genetica.
“Summertime – un cielo per le tue ali” è il titolo originale del bozzetto d’arti a sostegno dei profughi rifugiati, ideato da Silvia Colombini per il Memorial Pavarotti tenutosi in Piazza Modena davanti a migliaia di spettatori per UNHCR. Colombini ha proposto una versione completamente inedita di Summertime di Gershwin. Accompagnata al piano dal famoso jazzista Danilo Rea, Colombini è apparsa in scena tenendo in grembo un bambino e cantando la famosa ninna nanna. D’improvviso però il canto si fa cupo e straziante, la donna potrebbe essere in un barcone con il figlio morto tra le braccia… il “don’ cry” non è più per il piccolo ma per lei che non può urlare il suo dolore. Il brano si conclude con la parafrasi di un verso di Summertime il cui senso è “se non ci sarà un terra ad accoglierti, le tue ali non potranno aprirsi”. Il brano ha fatto profondamente riflettere sul “tempo d’estate” che per alcuni fortunati uomini è tempo di svago e per altri è tempo di speranze infrante e dolore e morte.
Questa performance “mozzafiato” come riportato dalla critica ha creato profonda commozione nella serata presentata da Fabio Volo.
Come nella tradizione del Pavarotti International, hanno partecipato al Memorial anche Elio, Bennato, il Volo e altri artisti pop.
Memorial Pavarotti Piazza Modena
“Scusa, sai dirmi perché?” – Bozzetto d’arti per il giorno della Memoria della Shoah, dedicato da Colombini al bisnonno Pietro Sisinni, morto a Dachau nel 1945.
Il bozzetto d’arti è in realtà una poesia che diventa una istallazione video.
In questo video, il soprano d’arti canta sulle note di Schindler list.
Il video è fortemente simbolico: un donna giace a terra con le mani legate dal filo spinato, l’orrore della deportazione le ha fatto perdere addirittura la percezione di se stessa come essere umano; non può più vedere, toccare, ascoltare… è diventata lei stessa filo spinato, rumore del treno, freddo…
I suoi occhi sono ciechi perché cieco è il mondo verso il male. Chiede alla terra su cui giace se sia ancora in grado di riconoscerla come suo frutto.
Ad un certo punto riesce però ad ascoltare una voce “Scusa, sai dirmi perché?” è un bambino a pronunciarla che le si palesa dinnanzi vestito di bianco. La donna abbassa lo sguardo, rimane muta, questa è domanda a cui l’umanità tutta non ha mai trovato risposta.
Il bambino, che lei chiama Futuro, la osserva… il suo sguardo è la Memoria che può donarle di nuovo Dignità. Il bambino, a cui forse un giorno lei aveva donato la vita recidendo il loro cordone ombelicale, le taglia quel cordone di morte, il fio spinato, che le stringe i polsi: passato e futuro si ricongiungono.
In quel momento la donna recupera umanità potendo riascoltare il suono del suo cuore. Alza le braccia verso un cielo bianco come l’abito di quel Futuro, fragile bambino candido come un foglio di carta dove si scriverà la storia.
Scusa sai dirmi perché? – Bozzetto d’arti per la Memoria della Shoah
I sensi del male, il male senza senso
Il treno è diventato l’unico suono della mia mente
Le rotaie sono scale orizzontali
Ogni traversina, un gradino verso l’oblio
Sono trasportata sulla via del nulla
Per diventare nulla
Prelevata
De-portata
Portata-via
Portata via perfino da me stessa
Mi ricordo quando ero bambina, avevo occhi vivaci e i capelli intrecciati stretti stretti
Scrivevo sul foglio bianco del mio quaderno Udito, tatto, olfatto, gusto, vista
Scrivevo e disegnavo disordinatamente
Davo un nome a ciò che già conoscevo
Si confonde il rumore del treno
Si mescola al suono di un organetto
O forse sono preghiere bisbigliate
Forse
Forse è solo l’illusione di saper ancora ascoltare
L’illusione di ricordare un prima
Correva il treno o forse andava lento
Ma la scala mi ha portato proprio in fondo
Nel punto più buio
Dove io non mi vedo più
Sono muro, sono filo spinato, sono mani che bruciano di freddo
Sono il dolore della fame, sono rotaie sonanti
Sono diventata tutto ciò che mi costringe
Voglio toccare la terra
Tu terra, mi sei ancora madre?
Mi riconosci ancora, almeno tu?
Tu terra, sai ancora sorreggere il mio inutile peso?
Chi sono?
Dove sono?
Quando sono?
Chi sei tu?
Io ti conosco
Un giorno recisi il nostro cordone ombelicale e ti chiamai Futuro
Divisi la tua vita dalla mia per darti la vita
Ora tu torni da me
E siamo soli Io e tu Piccolo Fragile Forte Futuro
Sei bianco come un foglio
Ma io non posso darti parole da imprimervi
Solo i tuoi occhi che sono ancora in grado di vedere potranno raccontare
I miei sono vuoti per aver troppo veduto
Sono secchi per tutte le lacrime ignorate
Non sopporto il tuo candore! Graffia le mie pupille
Ma è la cecità del mondo che mi ha reso cieca
Tu che ancora puoi, guarda!
Guardami! Futuro
Questo ti grida, muta, la mia bocca arsa
Io sono il ramo reciso, la fronda ritenuta impura e indegna
Ma la pianta soffoca senza tutti i suoi rami e il seme di quest’albero è nascosto in fondo alla terra
Non c’è follia che possa estirparlo
“Scusa, sai dirmi perché?”
Non credevo di poter udire la tua voce
Vedi?
Siamo soli Io e tu
Spezzi il mio cordone di morte
Unisci la tua alla mia vita
Per restituirmi il suono del mio cuore
Le mie mani dislegate
Sono il nostro patto
E ora
Cerco il sostegno del cielo
Voglio toccare l’immenso foglio bianco su cui tutti i nostri destini sono inseparabilmente scritti
Come parole che insiemetrovanosenso
Le mie braccia
Sono rami vivi
Vedi?
Siamo soli Io e tu
Ma tu ed io siamo tutto
“Rinasci dalla Dignità” – il 7 dicembre del 2017, nel giorno del suo compleanno, Colombini si è trasformata in un messaggio vivente di condanna contro la violenza sulle donne, mostrandosi pubblicamente all’inaugurazione del Teatro alla Scala con la scritta “Rinasci dalla Dignità” dipinta sul decolleté. Il messaggio era rivolto sia alle vittime di violenza per spronarle ad uscire dalle relazioni tossiche che tolgono dignità, sia ai carnefici perché si chiedano quale dignità possa mai avere una vita basata sulla violenza e la prevaricazione.
Due bozzetti d’arte per “MusicaPicta Project”
A’mors – questo bozzetto è stato commissionato dall’artista Mikaya Petros artista internazionale di origini greche per il quadro “Dante and Beatrice’s Eden”, esposto alla Dante Society di Londra e successivamente permanentemente alla Fondazione Serpone di Roma. Il quadro appartiene al ciclo “MusicaPicta Project”: quadri che nascono insieme alla musica che li accompagna.
A’mors è il melos ideato da Colombini che dà letteralmente voce al quadro “scorrendo” sotto la tela che da sinistra a destra ripercorre l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso con l’ultimo sguardo di Dante a Beatrice.
La sottotraccia del melos, composto da Colombini, si insinua tra le pennellate e si tinge di significati e metasignificati espliciti e nascosti.
Guida all’ascolto
Un ritmo iniziale di legno percosso rappresenta la ripetitività della vita quotidiana, il lavoro, ma anche un richiamo alla materia della selva. Subito dopo, e senza soluzione di continuità, si materializza un suono così grave che sembra emergere dall’abisso, una vibrazione cupa che ricorda l’inizio ancestrale dell’Oro del Reno di Wagner. E’ il mondo di sotto, che ingoia Dante quando scocca l’ora predestinata, simboleggiata nella musica da un triplice rintocco metallico. Gli inferi però, con un balzo quasi paradossale nel futuro, diventano il suono di una metropolitana di Londra, emblema del mondo di sotto di ogni città moderna, tunnel viscerale dove si muovono masse confuse di uomini, girone rumoroso senza luce che può trasformarsi in inferno vero, di terrore e fiamme.
La narrazione continua e il suono profondo si alleggerisce, assomigliando a quello del sangue che scorre nelle vene. La voce del soprano intona un Miserere – la supplica per la remissione dei peccati – ma quasi subito, la stessa voce, con un artificio, si trasforma in voce bianca di fanciullo. Doppio il significato di questa trasformazione: chi supplica, le anime del Purgatorio, e chi ama, Dante stesso, condividono una egual condizione di vulnerabilità e dipendenza come quella di un bambino. Musicalmente il passaggio è una liaison filologica tra il Miserere di Clérambault e quello di Allegri; l’organo che li accompagna simboleggia la Chiesa e la liturgia.
In una elevazione siderea e rarefatta, si schiude finalmente il Paradiso, dove appare una Beatrice evanescente che si separa per sempre da Dante tornando nella sua Candida Rosa. Solo una parola può superare questo iato, è la parola di chiunque ami, timpano che vibra di ogni moto dell’anima: stupore, desiderio, nostalgia, ossessione, struggimento, smarrimento. Di qui il titolo della composizione “α’mors”, perché solo amore nega la morte e restituisce una Beatrice viva sempre nel cuore di Dante.
Il viaggio musicale e pittorico si conclude con il sole che ha il suono di un fischio – il primo strumento dell’uomo – e il timbro terso come il sole macedone di Verghina. Intona i gradi di una scala frigia – antico modo musicale greco, poi ereditato dal gregoriano. Riecheggia ancora una volta il Miserere, è forse una supplica inconfessabile di Dante per essere liberato dai ceppi d’amore? Essi continueranno a bruciare ogni giorno proprio come quel sole, fiamma eterna d’amore.
Logos – questo bozzetto d’arti è stato ideato per il quadro “Unspoken words” artista internazionale di origini greche Mikaya Petros, per il ciclo “MusicaPicta Project” dove arte figurativa e musica nascono congiuntamente.
Logos è la parola non detta che torna continuamente alla mente e risuona come un ipnotico canto di sirene.
Logos è stato esposto a Roma a Piazza di Spagna per il Premio internazionale Michelangelo 2021.
Il quadro è permanentemente esposto alla Fondazione Serpone di Roma.
Guida all’ascolto
Colombini parte dalla parola greca logos – termine che nel greco antico sta per parola, ma anche per ragione.
Logos non potendo affiorare alle labbra, non trova sfogo nell’enunciazione e si frammenta in schegge sillabiche che rimbalzano nella mente in una eco incessante che rimanda alla sequenza delle vivide bocche ritratte sulla tela.
Fiati interrotti come di chi volesse prendere parola e vi rinunciasse subito dopo, il canto muto che nella lirica rende il “senza parole”, l’effetto sonoro – simile a una cornamusa – di un canto effettuato con una mano che serra le labbra, l’uso del semitono discendente che infiacchisce subito l’attacco del suono, sono gli elementi tecnico/timbrici che Colombini sceglie per esprimere l’impossibilità del dire.
La parola logos risuona con il suo significato e il suo significante, così avviene che la “s” finale della parola non sia più consonante ma sibilo: un imperativo di auto-censura per azzittirsi.
La ripetitività, elemento comune al melos e alla tela, acquista così un’ingannevole dolcezza ipnotica per sedare il senso di colpa del non aver detto e lenire il sentimento di impotenza che scaturisce dal vedersi cadere e ricadere continuamente nello stesso inciampo esistenziale.
Concerti a tema
Colombini ha realizzato su commissione molti programmi di concerto inediti a tema.
Partendo da spunti scientifici o letterari, i concerti creano un dialogo vivace con il pubblico e presentano un programma estremamente vario, in molti generi musicali e lingue differenti.
Il Bacio – Citando studi scientifici sull’origine di questo gesto umano, e non solo, Colombini crea una narrazione musicale che rimanda ai diversi tipi di bacio: d’amore, paterno, di tradimento, di morte, mafioso etc. Il programma, in molte lingue diverse crea giustapposizioni tra opera lirica e altri generi musicali.
La performance è andata in scena nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano per Milano Classica.
Opera Casual – in questo spettacolo nato per riqualificare e portare cultura nel Parco Trotter di Milano, Colombini ha creato un programma originalissimo in molte lingue diverse che ha spaziato dall’opera, al musical, al pop, alla musica popolare.
Partendo da citazioni di opere letterarie, opere d’arte, aneddoti e studi scientifici, ha declinato in canto i moti dell’animo umano (amore, dolore, passione, spensieratezza…) instaurando un dialogo vivo e informale con il pubblico. Per la rassegna #TheCrossoverExperience di Milano Classica.
Eventi per ricordare la pandemia – Molte i bozzetti d’arte realizzati per ricordare il lock down e la Pandemia. Molti di questi hanno visto la partecipazione di scrittori, pittori e altri artisti. Ricordiamo l’ultimo in ordine di tempo, tenutosi a Palazzo Cusani a Milano.
Silvia Colombini
E-Mail: sopranocolombini@gmail.com – Telefono: +39 335 376 000
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